L'obiettivo è sviluppare procedure terapeutiche per stimolare l'ipertrofia residua del fegato prima della resezione epatica in pazienti con tumori epatici primari e secondari e per consentire la resezione curativa in un numero maggiore di pazienti. Si presume che (a) radioembolizzazione lobar (la tecnica di trattamento dei tumori epatici mediante iniezione di particelle radioattive in un'arteria epatica lobare) produca ipertrofia contralaterale che potrebbe essere superiore a quella ottenuta per embolia della vena porta (tecnica standard di risultati insufficienti); e b) la cardiotrofina 1 potrebbe aumentare l'ipertrofia contralaterale dopo l'embolizzazione della vena porta e la radioembolizzazione lobar in virtù delle sue proprietà stimolanti la rigenerazione epatica. Per questo motivo proponiamo: 1) confrontare, nei conigli, la capacità dell'embolia venosa porta e della radioembolizzazione lobarre di indurre ipertrofia del futuro residuo epatico (preoperatorio), e confrontare l'impatto di entrambe le tecniche sull'ipertrofia e sulla funzione epatica post-eptectomia; 2) studiare nei conigli l'effetto della somministrazione di cardiotropina 1 sull'induzione dell'ipertrofia del residuo epatico futuro (preoperatorio) mediante embolizzazione della vena porta e del lobar di radioembolizzazione, e il suo impatto sull'ipertrofia e sulla funzionalità epatica post-eptectomia; (3) studiare i meccanismi di rigenerazione epatica indotti da entrambe le procedure terapeutiche; e 4) studiare prospetticamente in pazienti con tumori epatici l'evoluzione e la grandezza dell'ipertrofia contralaterale indotta dopo radioembolizzazione lobarre. Tutte queste informazioni sono essenziali per la progettazione e la pianificazione di studi clinici controllati che confermano il vantaggio terapeutico della strategia più efficace e fattibile.